Dal Diario di cantiere. La costruzione della parete in legno di abete, che separa la zona giorno dalla zona notte del Magazzino, diventa un affare di famiglia. 1,85 mc di legno, 60 listelli verticali, 215 tozzetti di raccordo, 16 tavolati per il soppalco.
L’intervento, partito nell’autunno del 2016, riguarda la rifunzionalizzazione ad uso residenziale di un magazzino all’interno di un edificio ottocentesco in Vanchiglia. L’ambiente unico esistente è caratterizzato da tre grandi navate coperte da altrettante volte in mattoni. Il progetto ha previsto la divisione di questo ampio spazio in due loft: un primo appartamento che occuperà due delle tre navate e un secondo più piccolo che si svilupperà trasversalmente in un’unica navata. Il loft più grande sarà caratterizzato da uno spazio giorno a doppia altezza, che manterrà intatto il volume della navata esistente; a questo ambiente open space si affiancheranno i servizi e la zona notte, separata dal living mediante una parete a lamelle verticali in legno. Il secondo loft si configurerà come un unico grande ambiente aperto verso il cortile interno.
L’intervento ha riguardato la ristrutturazione integrale e il recupero del sottotetto di un edificio della prima metà del Novecento. In particolare l’ampliamento dell’ultimo piano – recentemente completato – ha lavorato sul coronamento dell’edificio: il nuovo volume arretra rispetto al filo costruito sottostante, facendo prevalere la continuità del cornicione esistente. Un unico rivestimento metallico avvolge il volume aggiunto, nella facciata verticale come nella copertura, reinterpretando attraverso l’uso dei materiali il contesto urbano all’interno del quale si colloca l’edificio. Un contesto influenzato dalla compresenza di funzioni legate all’abitare e al lavorare, che diventa tratto tipico e caratterizzante di una certa storia industriale di Milano.
Una grande proprietà su due livelli nel cuore del centro storico di Torino, inserita nell’elenco dei Beni Architettonici vincolati dalla Soprintendenza. Circa trent’anni di abbandono e una prolungata occupazione abusiva hanno ridotto gli ambienti interni ad un fortissimo stato di degrado. L’intervento ha riguardato un totale ripensamento e ristrutturazione del complesso immobiliare. Ciascuna delle dieci unità che costituiscono oggi la proprietà sono diventate altrettante suites adibite ad uso ricettivo sul modello del bed & breakfast.
Nell’autunno del 2015 Paolo Antonelli e Francesca Camorali formano, insieme a Matteo Torresin, il gruppo di lavoro SML Architecture. Obiettivo di SML è la messa a punto di un Masterplan per la trasformazione di una grande area nei pressi della città di Nakuru, in Kenya. Il programma di sviluppo immobiliare prevede un mix funzionale molto articolato che, muovendo dalla presenza del Rift Valley Institute of Science and Technology, punta a realizzare un nuovo polo integrato capace di coniugare il tema dell’agricoltura (model farm) con spazi dedicati al business, al commercio, alla residenzialità e al loisir.
